Percorso della Memoria sui luoghi delle stragi nazifasciste del luglio 1944 a Meleto Valdarno
Il Comune di Cavriglia in collaborazione con "l'Associazione Meleto vuole ricordare" ha creato un itinerario nelle aie del paese di Meleto e nei luoghi ove, il 4 luglio 1944, i soldati tedeschi con la collaborazione di alcuni fascisti massacrarono 93 uomini innocenti del paese
Un cammino per non dimenticare e per fare memoria dei terribili massacri nazifascisti perpetrati dalle truppe dell'Unità Hermann Goering il 4 luglio 1944 a Meleto. Il Comune di Cavriglia in collaborazione con l'Associazione Meleto vuole ricordare, ha creato un itinerario nelle aie del paese di Meleto e nei luoghi ove, il 4 luglio 1944, i soldati tedeschi con la collaborazione di alcuni fascisti massacrarono 93 uomini innocenti del paese. Il percorso si snoda a partire dal Monumento ai caduti, interamente recuperato dall'Amministrazione Comunale in occasione dell'Ottantesimo anniversario della strage, e prosegue nelle aie Benini, Melani, Pasquini o Pecci e Rossini, oltre che al Cimitero e alla Crocina. I visitatori in questo modo avranno la possibilità di fare un percorso attraverso il silenzio e la meditazione che coinvolge anche opere e poesie dell'artista Massimo Lippi elaborate nel 1999.
4 Luglio 1944 - La strage nazifascista di Meleto Valdarno
Durante la seconda guerra mondiale, il 4 luglio 1944 alle 6 e 30, i soldati nazisti dell'Unità Hermann Goering, tra questi anche soldati italiani, misero in atto una cintura “a tenaglia” intorno a Meleto, bloccando le vie di uscita per mezzo di sentinelle armate che avevano l'ordine di lasciar passare solo donne e bambini. I soldati si divisero in gruppi di due/tre elementi e poi cominciarono, casa per casa, a rastrellare tutti gli uomini presenti in paese, tra cui molti sfollati, senza scrupolo di età o professione, obbligandoli a raggiungere la piazza del monumento ai Caduti della guerra '15-'18. Gli uomini rastrellati erano abbastanza tranquilli, convinti che sarebbero stati portati a lavorare lontano da lì non avendo fatto nulla di grave contro i tedeschi. Il parroco, Don Giovanni Fondelli, anch'esso nel gruppo, cercò inutilmente di far recedere i soldati dal loro proposito criminale offrendo in cambio la sua vita. Non riuscendo nel suo intento, cercò fino all'ultimo di incoraggiare e confortare gli sventurati, impartendo a tutti l'assoluzione. Alle 10 e 30 gli uomini furono divisi in quattro gruppi e, senza processo, sfilarono sotto scorta verso le quattro aie di esecuzione, di cui due, aia Benini e aia Melani, situate sul lato orientale e le altre due, aia Pasquini e aia Rossini, poste sul lato occidentale del Paese. 93 uomini innocenti vennero così mitragliati. Una volta consumate le stragi i poveri corpi furono bruciati rendendo molti di essi irriconoscibili. Alle 15 i soldati tedeschi se ne andarono bruciando e saccheggiando molte case del paese. Il mattino dopo le donne, animate di coraggio e con la disperazione nel cuore, iniziarono le inumazioni. Le donne che riuscirono ad identificare i corpi dei loro congiunti, li seppellirono in tombe private, mentre i resti non identificati furono sotterrati in tombe comuni. Tra il 4 e l'11 luglio 1944 le truppe nazifasciste a Meleto Valdarno, a Castelnuovo dei Sabbioni, a Massa Sabbioni, a San Martino e a Le Matole, nel comune di Cavriglia, massacrarono complessivamente 192 civili maschi innocenti di età compresa tra i 14 e i 92 anni.
4 July 1944 - The Nazi-fascist massacre of Meleto Valdarno
During the Second World War, on 4 July 1944 at 6.30 am, the Nazi soldiers of the Hermann Goering Unit, including Italian soldiers, put in place a "pincer" belt around Meleto, blocking the exit routes by of armed sentries who had orders to let only women and children pass. The soldiers divided themselves into groups of two/three elements and then began, house by house, to round up all the men present in the town, including many displaced persons, without scruple of age or profession, forcing them to reach the square of the monument to the fallen of the war '15-'18. The rounded-up men were quite calm, convinced that they would be taken to work far away from there having done nothing serious against the Germans. The parish priest, Don Giovanni Fondelli, also in the group, tried in vain to make the soldiers withdraw from their criminal purpose by offering his life in exchange. Not succeeding in his aim, he tried until the end to encourage and comfort the unfortunates, imparting absolution to all. At 10.30 am the men were divided into four groups and, without trial, marched under guard towards the four execution courtyards, two of which, Benini courtyard and Melani courtyard, were located on the eastern side and the other two, Pasquini courtyard and Rossini courtyard, located on the western side of the country. 93 innocent men were machine-gunned. Once the massacres were over, the poor bodies were burned, making many of them unrecognizable. At 3pm the German soldiers left, burning and looting many houses in the town. The next morning the women, animated by courage and with desperation in their hearts, began the burials. The women who managed to identify the bodies of their relatives buried them in private graves, while the unidentified remains were buried in common graves. Between 4 and 11 July 1944 the Nazi-fascist troops in Meleto Valdarno, Castelnuovo dei Sabbioni, Massa Sabbioni, San Martino and Le Matole, in the municipality of Cavriglia, massacred a total of 192 innocent male civilians.