I musei

MINE (Museo delle Miniere e del Territorio)

Il complesso museale documenta e valorizza la storia del territorio di Cavriglia e in particolare le vicende minerarie. Il complesso occupa alcuni edifici del Vecchio Borgo di Castelnuovo dei sabbioni: la ex chiesa di san Donato, adibita a spazio polifunzionale, un edificio nuovo ad essa collegato sullo spazio occupato dalla vecchia canonica, il centro espositivo (il museo) e infine una palazzina degli anni ’20 del Novecento adibita a centro di documentazione e spazio per attività didattiche.

Il percorso museale si sviluppa attraverso 7 sale dedicate alla storia e alle vicende minerarie secondo un percorso che, dalle vicende ottocentesche – nascita del Comune di Cavriglia e inizio dell’attività mineraria – passa a documentare l’attività mineraria del Novecento prima in galleria e poi a cielo aperto e alcuni fatti sociali fondamentali nella storia del territorio, quali le stragi del 1944 e le lunghe lotte del dopoguerra (1946-54).


Il percorso si svolge interamente attraverso l’interazione con le moderne tecnologie che permettono al visitatore di essere soggetto  attivo nella conoscenza dei temi presentati in un’atmosfera ricca di stimoli sensoriali e di possibilità di approfondimento.


D’altronde la mission del museo è fortemente legata al coinvolgimento del visitatore e accanto alla memoria del passato il museo sviluppa un’attenta opera di valorizzazione del patrimonio culturale conservato, con la possibilità di continui arricchimenti dell’esposizione con apposite mostre temporanee.


Una particolare attenzione è riservata alle giovani generazioni e in particolare alle scuole.

Il programma del museo prevede, oltre a visite guidate, apposti laboratori educativi per poter approfondire le tematiche esposte nell’allestimento.


ORARIO


Da Martedì a Venerdi 10.00 – 13.00

Sabato e Domenica: 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00 


TARIFFE

Biglietto Intero: € 5,00

Biglietto Ridotto: € 3,00

Gruppi da 15 persone: € 3,00

Gratuito per ragazzi sotto i 12 anni


INFO E PRENOTAZIONE

Per prenotare la visita guidata al museo è possibile contattare il personale ai seguenti recapiti:

Dott.ssa Paola Bertoncini – Dott.ssa Giulia Peri


Tel. 055 3985046 – info@minecavriglia.it

www.minecavriglia.it

Museo della Pieve

Museo della pieve di S. Giovanni Battista a Cavriglia

Nell’oratorio attiguo alla pieve di S. Giovanni Battista di Cavriglia, piccolo paese che si estende sulle pendici dei monti del Chianti e in parte su un altipiano sulla riva sinistra dell’Arno, è allestito un piccolo Museo di arredi sacri e dipinti, appartenenti al corredo liturgico dell’antica pieve valdarnese, già matrice, nel 1299, di ben quattordici chiese.
 
L’oratorio, un tempo dedicato al Nome di Gesù, si presenta a pianta rettangolare con volte a botte ribassata e fu probabilmente ristrutturato alla fine del XVIII secolo, quando anche la pieve, su commissione del canonico Francesco Burzagli, venne sottoposta a un radicale rifacimento alterandone l’antico aspetto con stucchi e decori che un recente restauro ha reso nuovamente leggibili.
 
Il corpus più prezioso del Museo è rappresentato da quattro sculture in terracotta invetriata opera di Benedetto Buglioni, imitatore di grande pregio, dei Della Robbia, che realizzò anche la lunetta con S. Giovannino nel deserto visibile ancora sul portale della pieve. Le robbiane di Cavriglia rappresentano i busti di San Giovannino, Santo Stefano proto martire e un Santo vescovo. Tutte e tre sono realizzate dal Buglioni esclusivamente con l’uso del colore bianco, che conferisce a queste opere un’intensa luminosità e senso di purezza. Il San Giovannino è raffigurato con lunghi capelli inanellati, gli occhi appena abbassati delineati da un leggero tocco di blu cobalto ed è vestito con la tradizionale pelliccia annodata sulla spalla. Santo Stefano presenta i classici attributi del martirio: una pietra che si staglia sulla testa ed è vestito con l’abito da diacono; mentre il Santo vescovo, con mitria e piviale sulle spalle, è forse da identificarsi con San Romolo patrono di Fiesole alla cui diocesi appartiene Cavriglia.

A questo “trittico” di sculture si affianca il bell’Angelo reggicero genuflesso, sempre di Benedetto Buglioni, più elaborato nell’impostazione e nella ricerca cromatica, che fu restaurato, maldestramente, prima degli anni ‘30 del nostro secolo, per colmare le mutilazioni subite nel tempo: gli avambracci, le mani e la ciotola non sono infatti originali.

Vero gioiello del piccolo Museo di Cavriglia è la bellissima croce astile del XIII secolo (seconda vetrina a sinistra), in rame inciso e dorato, bronzo sbalzato, cesellato e inciso, il cui Cristo a tutto tondo risulta addirittura anteriore, forse del XII secolo. La figura del Salvatore è rappresentata in parte secondo l’iconografia occidentale del “Christus Triumphans”, con gli occhi aperti a dimostrare il “trionfo” sulla morte, e in parte secondo quella orientale del “Christus Patiens”, dove Gesù, col volto abbassato, mostra i segni della Passione. Nei terminali della parte frontale della croce, a segmento di cerchio, sono incisi in alto il Dio Padre benedicente; a sinistra la Madonna con le braccia alzate e a destra San Giovanni Evangelista. Nel verso, al centro, è incisa la figura del Cristo morto, che sembra ispirarsi, nella realizzazione, alle grandi croci dipinte del XIII secolo. Alle estremità i Simboli dei quattro Evangelisti: in alto San Luca con l’aquila, a sinistra San Matteo con l’angelo, a destra San Marco con il leone e in basso San Giovanni con il toro.

Il ricco patrimonio liturgico della pieve di Cavriglia è attestato anche da alcuni oggetti in argento sbalzato, cesellato e inciso. Nella terza vetrina di sinistra troviamo due ostensori del XVIII secolo, di cui uno datato 1785 del tipo “a sole” con mostra decorata da nuvole, testine di angeli e raggi irregolari, commissionato da Francesco Burzagli, pievano di Cavriglia dal 1749 al 1815; alcuni calici del XVII e XVIII secolo dei quali uno dell’argentiere Lorenzo Schepers (anche nella grafia di “Shapers” o “Schepes”), documentato nella Compagnia di S. Eligio degli Orafi dal 1758 al 1767 e attivo anche a Pistoia. In questa stessa vetrina spicca la deliziosa placchetta smaltata (Limoges, XVI sec.) raffigurante la Natività, che era stata inserita, a comporre una pace, in una cornice (XVIII sec.) di argento sbalzato, cesellato e inciso. La placchetta è stata eseguita secondo la tecnica del “tratto nero”, ovvero con i contorni scuri che sottolineano il disegno, mentre le campiture sono smaltate con colori intensi e brillanti: blu lapislazzulo, bianco, verde e oro per accentuare le lumineggiature.
 
Le ultime due vetrine di sinistra ospitano un nutrito numero di reliquiari del tipo ad ostensorio e ad urna, di legno intagliato e dorato (XVIII-XIX sec.) riccamente decorati da motivi vegetali e volute; due reliquiari a vaso (XVIII-XIX sec.) in cristallo di rocca donati dalla famiglia Ricasoli di Firenze e due Angeli reggicero della fine del XVIII secolo, in legno intagliato e dorato.
 
Nelle vetrine di destra sono da segnalare un turibolo con navicella a forma di galeone, ambedue in argento sbalzato, inciso e cesellato (fine XVIII sec.), con decori a foglie lanceloate e sul coperchio della navicella le cifre “FB” (Francesco Burzagli) e l’arme di casa Burzagli; una navicella (fine XVIII sec.) di manifattura romana, attribuibile a Carlo Bartolotti, con base a sezione mistilinea e decoro a motivi fitomorfi; due ampolline per gli olii Santi (1785) corredate da una cassettina di legno e una navicella del XVI secolo. Segue un monumentale leggio da terra in legno intagliato (databile 1786) con base a sezione triangolare e decori a volute, foglie, cornici mistilinee e festoni di fiori, sul quale è stato collocato un graduale (XV sec.) con iniziali miniate e rilegatura con piatti di legno ricoperti di cuoio e borchie d’ottone.
 
Nell’ultima vetrina di destra Gruppo di figure di Presepe (manifattura napoletana ?, seconda metà del XVIII sec.) in terracotta policroma, e un Cristo Bambino (XVIII sec.) realizzato con tela coperta di stucco, rifinito a gesso e poi dipinto, con parrucca bianca di stoppa a boccoli.
 
Nella parete di fondo sono collocati alcuni dipinti, entro specchiature di stucco. La grande tela centrale con la Circoncisione di Gesù (1599) è opera firmata del pittore fiorentino Benedetto Veli (1564-1639) attivo anche a Pistoia e in Val di Pesa. Negli ovali sottostanti Santa Maria Maddalena de’ Pazzi e Sant’Antonio Abate, riconoscibile per la presenza del muso del maiale, in basso al centro, e del “tau” sul saio; al centro una statuetta con la Madonna del Carmine, titolare della Compagnia che si riunì in questo oratorio a partire dal 1802. Infine, sulla parete di destra dipinto raffigurante San Matteo e Sant’Antonio da Padova, di ignoto artista della prima metà del Seicento e su quella di sinistra altro dipinto con la Visitazione (XVII sec.), già collocato nella pieve di S. Giovanni Battista, sull’altare della navata sinistra.

Rossella Tarchi
 

Indirizzo: Piazza Umberto I, 4 Cavriglia


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Comune di Cavriglia

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